L’anno “more veneto” m.v. inizia il 1 marzo ed esprime l’anno naturale utilizzato dalla Repubblica Serenissima fino al 1797.
Palazzo Ducale, Capitello dei mesi, il dodicesimo contando dalla Porta della Carta, l’ottavo partendo dall’angolo sul molo – copia ottocentesca del capitello del 1340-55 degradato ed ora al museo dell’opera. La prima rappresentazione che vediamo raffigurata è il mese di marzo, l’iscrizione dice: “MARCIUS CORNATOR” – “MARZO SUONATORE DI CORNO”
MARZO, il mese della primavera e dell’Ariete è raffigurato secondo la tradizione medioevale come un giovanetto che suona il corno.
Con il suo suono-soffio annuncia l’arrivo del nuovo anno, quando la natura si risveglia con la primavera.
L’anno m.v. di antichissima tradizione indoeuropea è il calendario usato nell’Impero Romano.
Il calendario “more veneto” inizia proprio con il ciclo di rinnovo della natura e non a caso la primavera meteorologica inizia a Marzo. Il giovane ha i capelli sollevati dal vento e i due corni fanno riferimento ai venti primaverili Auster ed Africus, ma anche al segno zoodiacale dell’Ariete… e il suono militare del corno ricorda Marte che in antico era il dio della vegetazione e della fertilità, segno di fuoco che nel corpo si riflette nella testa, i capelli sparsi al vento come fiamme. Questo il senso di “Marzo cornato” che troviamo evidenziato con straordinaria potenza nella scultura scolpita cent’anni prima tra il 1230 e 1245 nel ciclo dei mesi nell’arcone centrale della Basilica Marciana, dove il suonatore con il suo corno sembra svegliare totalmente il vigoroso marte scompigliandogli i capelli.. sopra la testa un ariete ne ricorda il segno zodiacale.
Marte ha il suo principale domicilio nel segno dell’ariete, segno di fuoco e nel corpo umano governa la testa.
Nel grande capitello della creazione, cardine dell’angolo di Palazzo Ducale verso il molo, troviamo il bellicoso Marte armato di spada sguainata, protetto da armatura e da scudo, seduto sopra l’ariete con vicino il segno dello scorpione. Nello scudo i segni del fuoco e dell’acqua – ariete è segno di fuoco e lo scorpione è segno d’acqua. La spada e l’armatura di ferro ci ricordano l’amicizia tra il pianeta e il minerale.
Questo antichissimo calendario (in uso nella Serenissima fino al XVIII secolo) ci fa comprendere anche il nome dei mesi, così settembre è il settimo mese iniziando a contare da marzo; ottobre l’ottavo, novembre il nono, dicembre il decimo.
Le raffigurazioni dei 12 mesi del capitello ottagonale ci trasmettono un antica saggezza ormai dimenticata.
Nel capitello 4 lati portano raffigurazioni di un singolo mese, e altri 4 lati portano scolpiti 2 mesi ognuno.
Partendo dalla raffigurazione di marzo, equinozio di primavera, troviamo nel lato opposto l’equinozio d’autunno, mese di settembre. Perpendicolarmente troviamo i mesi di giugno, solstizio d’estate e quello di dicembre, solstizio d’inverno. Gli equinozi e i solstizi sono posizionati in croce, case cardinali del capitello (i tropici) seguendo gli insegnamenti di Tolomeo che viene raffigurato nel “capitello dei sapienti” come “Tolomeus Astrologus”.
Riassumendo, partendo da marzo e andando in senso antiorario troviamo:
marzo, equinozio di primavera; aprile e maggio; giugno solstizio d’estate; luglio e agosto; settembre, equinozio d’autunno; ottobre e novembre; dicembre, solstizio d’inverno.
L’anno per la Serenissimainiziava il primo marzo, festeggiato per giorni in tutto il territorio veneto con fuochi, rumori, feste e varie cerimonie ad indicare proprio il rinnovarsi dell’anno con le energie selvagge, misteriose e potenti della natura rappresentate nell’iconografia con immagini di guerrieri dai capelli sparsi al vento e gli occhi spalancati quasi geni o esseri delle selve.