Sulla Meditazione

Colloquio con Jean Klein

(Dalla registrazione del colloquio di Grasse)

J. K. A diverse riprese abbiamo fatto capire che non possiamo né localizzare né qualificare la Meditazione. Possiamo solo accostarci alla meditazione per ciò che essa non è: non la si può localizzare!

Abbiamo l’abitudine ad interiorizzarci ma così ci fissiamo all’interno, a questo punto si tratta di un oggetto: un oggetto percepito.

Possiamo trovare la Meditazione unicamente nella nostra assenza, nell’assenza di ogni oggetto: dobbiamo stare attenti a non localizzarla.

Il fatto di volerci astenere dall’interiorizzarci è un… oggettivarci: un oggettivazione.

Allora in noi si pone la domanda:

come possiamo accostarci alla meditazione senza oggettivare?”

Ogni intenzione ci porta già ad oggettivare. Il fatto di chiudere gli occhi e interiorizzarci ci fa già oggettivare, c’è già una localizzazione.

Quando lasciamo gli occhi socchiusi questo è solo il risultato di una distensione, in questo caso le palpebre sembrano pesanti.

Possiamo investigare la meditazione quando non c’è intenzione in noi.

Quando c’è intenzione c’è già la proiezione di un supporto.

Considerato che la Meditazione è senza supporto, non possiamo mai andare verso la Meditazione; possiamo solo predisporci ad una perfetta ricettività, ad una perfetta disponibilità per ricevere, accogliere, dato che non c’è nessun posto dove andare e nessuno che ci possa andare.

E’ qui, in questa assenza di ogni oggetto, di ogni localizzazione, interiorizzazione-esteriorizzazione, che ci troviamo nello stato di ricevere e in questo caso non c’è meditante: non c’è nulla su cui meditare.

Solo qualche rara volta possiamo vivere questo silenzio a livello della mente e dello spirito, perché la funzione di questi è l’attività.

La Meditazione quindi non si può situare su questi piani.

La Meditazione si trova dietro ogni apparizione oggettiva altrimenti non si tratta di Meditazione.

Dato che la Meditazione non la possiamo fissare, né localizzare in alcuna maniera, possiamo dire che si trova al di fuori dello spazio-tempo.

E’ Presenza, è luce dietro tutto ciò che appare!

Questo potrebbe essere il soggetto del nostro dialogo.

La domanda che ci si potrebbe fare è questa:

da dove proviene questo bisogno di meditare, il fatto di volere meditare?”

Certamente si tratta dell’esperienza che noi viviamo nel sonno profondo. Se non vivessimo questa esperienza del sonno profondo in noi non si potrebbe presentare il desiderio, questo bisogno di meditare che è il solo luogo dove possiamo vivere questa felicità.

La Meditazione dunque è senza causa e il fatto di volerla cercare da qualche parte è già un allontanamento.

Quando cerchiamo, tutto ciò che possiamo trovare rimane solo un oggetto: dovremmo arrivare a questa constatazione.

A quel punto ci sarà un trasferimento delle energie che farà sì che tutte le energie che vengono investite per raggiungere, trovare, qualcosa si trovino davanti ad un arresto: e si tratta di un arresto di TUTTE le proiezioni.

Arriva un momento in cui possiamo dire IO NON SO: un momento in cui non ci sono più riferimenti.

Dovremmo constatare che ogni riferimento si riferisce ad un oggetto, in questo caso si arriva ad un perfetto abbandono e lì la persona è completamente abbandonata e vi è la PRESENZA.

E’ in questa Assenza della persona che vi è la Presenza!

(Evocando il profumo del colloquio avvenuto a Grasse in una piccola ma incantevole casetta immersa nel verde, dove Jean Klein accoglieva nella sua presenza un gruppo di amici e mentre parlava Ornella De Benedetti  traduceva direttamente..)

F.R.