L’Accademico Alessandro FARRA dedica una buona parte della sua opera alle Imprese e agli Emblemi, evidenziando come l’origine vera delle Imprese sia da ricercarsi nella SAPIENZA Cabalistica-Ermetica.
Anche Luca CONTILE (amico del Farra e membro dell’Accademia della FAMA o “Accademia Veneziana“), scrive sulle Imprese e ritorna alle medesime fonti sapienzali.
Il RUSCELLI, autore delle “Imprese illustri”, Venezia 1572, ha contatti diretti con il CAMILLO di cui ne riprende le idee.
Achille BOCCHI dottissimo, fondatore di un Accademia e conoscitore del greco e dell’ebraico, nelle “Symbolicarum quaestionum… Libri quinque” raffigura ERMETE-MERCURIO con in mano un candelabro d’Oro a SETTE braccia che porta un dito alle labbra nel segno del silenzio!
Ermete raffigurato da Achille Bocchi con la mano alla bocca nel atto del silenzio come il dio Arpocrate ad indicare il silenzio ed i misteri con la mano sinistra regge il candelabro a 7 braccia..
Mercurio e Atena , Achille Bocchi “Symbolicarum quaestionum…Libri quinque”
Nel Rinascimento il testo più noto riguardante simboli ed emblemi è forse quello dell’ALCIATI che visse molto in Francia, a Lione, dove era diffusissima l’arte di comporre emblemi.
La Moda degli Emblemi e dei geroglifici caratterizza tutto il Rinascimento fino a trasformarsi in mania.
Oltre ai testi citati un influsso fondamentale fu dato dalla pubblicazione dell’Hypnerotomachia Poliphili (1499) (di cui si parlerà più avanti) e dalla scoperta del così detto Horapollo trovato nel 1419 che si credeva essere la chiave per comprendere le scritture egiziane e il linguaggio simbolico (di nuovo si ritroviamo la terra di Ermete).
L’Horapollo fu assimilato ed ampliato dall’umanista bellunese Pierio VALERIANO che con i suoi “Hieroglyphica” rappresenta una delle fonti principali dell’iconografia Rinascimentale.
L’Importanza fondamentale del NUMERO si ritrova SCOLPITA in Palazzo Ducale: “ORDINE, NUMERO, MISURA” sono incisi nel pilastro dell’angolo Nord-Est del cortile rinascimentale.
“Ordene, Numero, Mesura”: scritta incisa nel pilastro Nord Est del cortile rinascimentale di Palazzo Ducale
Sempre in Palazzo Ducale, proprio nel cuore della Serenissima, si trova per la prima volta a Venezia, una scritta in ebraico.
Scritta in Latino ed in Ebraico “Laus Deo”, Lode a Dio, nel Capitello del Cortile di Palazzo Ducale
Particolare fin ora mai evidenziato ma importante per chi segue le tracce della sapienza poiché è testimonianza di come l’unione di ermetismo e cabala, iniziato dal Pico e del francescano Francesco ZORZI, abbia avuto una certa influenza tanto da essere incisa sulla pietra d’Istria nel fulcro della Città (e lasciare importanti tracce nella cultura del tempo anche attraverso l’Hypnerotomachia Poliphili e le Accademie).
Particolare tratto dall’Hypnerotomachia Polifili (la Pugna d’Amore in sogno di Polifilo) in cui si vedono le 3 porte che aprono alle 3 vie, indicate dalle scritte in Arabo, Ebraico, Greco e Latino..
Va ricordato che le immagini simboliche che decorano il “Centro” del governo Veneziano vanno sempre lette con particolare attenzione.
Il giovane Hermes e la tartaruga dal Capitello del cortile rinascimentale di Palazzo Ducale
Il giovane Ermete guida i cavalli facendoli camminare all’indietro per ingannare il fratello Apollo. Per Fulcanelli la cavalla indica la Cabala. Capitello del cortile rinascimentale di Palazzo Ducale